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Mission
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L'Associazione è un'aggregazione di produttori che intende rafforzare l’immagine di Pescia come centro di eccellenza nella produzione di piante.


Servizi
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Progetti
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Progetti in corso e futuri: formazione manageriale, identità digitale e presenza multilingue sul web, salvaguardia del patrimonio di competenze, marchi e disciplinari di produzione, marketing territoriale (di distretto) e dialogo con...

5 Aprile 2016


Introduzione del presidente Luca Cinelli

Ringrazio innanzi tutto il Sindaco di Pescia, in rappresentanza del Comune, per questa opportunità di comunicare una novità a mio avviso importante per noi, ma anche probabilmente per il territorio, per chi ci vive e ci lavora, per chi ha interesse che il cuore imprenditoriale di questa area continui a pulsare ed a sostenere economicamente chi ci risiede. Pescia è da sempre conosciuta all’esterno per alcune cose, in buona parte si tratta di caratteristiche legate all’agricoltura, un tempo gli ortaggi, i fiori, oggi la produzione di piante.
L’Associazione Florovivaisti del Comprensorio di Pescia di cui parlerò oggi non è una novità in sé in quanto è nata da alcuni anni ad opera di 8 aziende del Comune di Pescia, Comune che fra l’altro è socio onorario della stessa associazione insieme alla Scuola Agraria. Il nucleo iniziale di fondatori aveva avvertito precocemente la necessità di mettere a fattore comune competenze ed idee per sviluppare il distretto florovivaistico che già allora sembrava messo a rischio da alcune minacce come congiuntura, concorrenza, eccesso produttivo, colonizzazione esterna.
L’obiettivo iniziale si era concentrato su tematiche commerciali, erano dunque state pianificate le partecipazioni in forma associata ad alcune importante fiere di settore. Purtroppo, venendo poi precocemente a mancare alcune figure chiave che avevano contribuito alla sua nascita e che fungevano da collante e da spinta, l’entusiasmo iniziale era venuto un po’ scemando, ma tuttavia sotto la cenere era rimasto qualcosa. Inconsapevolmente avevamo alimentato una serie di legami, informativi, commerciali e vedevamo che questa cosa andava avanti nonostante tutto: continuavamo a vederci a parlare, talvolta anche in modo acceso, dei problemi che ci riguardavano.
Dopo una gestazione di circa due anni abbiamo iniziato a pianificare il ritorno, che però non poteva essere semplicemente una riedizione del vecchio: servivano figure nuove, serviva maggiore presenza sul territorio, qualche obiettivo pratico e concreto da sviluppare ed una missione comune, che non poteva non essere la preservazione e lo sviluppo dell’immagine del comprensorio di Pescia come centro di eccellenza nella produzione di piante, ornamentali e produttive. Pensavamo cioè che nonostante tutte le differenze tra noi, lo scontro commerciale e, perché no, anche qualche vecchia ruggine, avevamo tutti una concreta esigenza, che il distretto funzionasse, che la “domanda” di prodotti che vi arriva ci conoscesse meglio, che sapesse dove siamo e cosa facciamo, perché lo facciamo, come lo facciamo. Da un nucleo iniziale di idee abbastanza ampio abbiamo cominciato a selezionare qualcosa che fosse concreto, comunicabile con facilità e che toccasse le corde degli imprenditori del distretto. Con gli imprenditori, e specie con i nostri, devi puntare alla sostanza, i sogni sono per altre figure.
Abbiamo successivamente iniziato a selezionare una serie di aziende a cui comunicare questo messaggio, aziende vive e vitali con una generazione imprenditoriale abbastanza giovane e proiettate verso il futuro, spesso innovative e soprattutto diverse tra loro, perché la differenza in impresa è ricchezza, significa avere un numero di “geni” maggiore per rispondere al cambiamento. Si spazia dunque dal classico settore olivicolo alle piante fiorite in vaso, al vivaismo ornamentale, alla specializzazione verticale su una singola coltura. La risposta è stata positiva al 99% per cui ci troviamo oggi a contare tra le nostre fila 30 aziende, ma contiamo di crescere ancora assorbendo un nucleo di soggetti ancora in standby. Crediamo che già dire trenta aziende significhi un qualcosa di mai visto prima a livello locale, come numero di famiglie, di superficie aziendale, di addetti. Non ci siamo messi sinceramente a contare perché non vogliamo dare numeri ma proporre iniziative concrete e reali, ma probabilmente siamo sugli 80 ettari di superficie prevalentemente a coltivazione intensiva, non a pieno campo, un numero di addetti intorno alle 200 unità, un numero di tipologie coltivate abbastanza elevato, per non dire amplissimo.

Nicola Del Ministro, vicepresidente: “To Do”
Ci siamo posti come obiettivo una serie di punti che investono sia l’interno dell’Associazione, ossia i soci, sia l’esterno inteso come panorama competitivo di riferimento. Inizialmente abbiamo una serie di temi su cui lavoreremo.

Cultura aziendale e managerialità
Molte aziende del settore agricolo di medio-piccola dimensione sono state - a causa di tanti fattori - saltate del tutto o parzialmente dai grandi cambiamenti di questi ultimi anni, non hanno avuto cioè tempo e risorse da dedicare alla gestione dell’azienda che va oltre le tematiche squisitamente produttive: grandi tecnicamente, da un punto di vista della coltivazione del prodotto, ma scarsamente competenti sui fattori chiave gestionali come la pianificazione finanziaria, l’equilibrio economico a lungo temine. In tempi di “vacche grasse” questo non creava problemi perché era possibile porre rimedio agli scompensi attingendo da margini ed entrate che consentivano di sbagliare, oggi invece gli sbagli si pagano a caro prezzo e possono condurre velocemente a vanificare gli sforzi lavorativi finanche a portare al dissesto economico.
Per questo pianificheremo interventi di formazione manageriale.

Digitalizzazione delle imprese
I mercati stanno cambiando e si assiste ad un cambiamento della domanda per effetto del peso che “Internet” ha sulla stessa in termini di cultura del prodotto, e di direzionalità: gli intermediari inefficienti, quelli che non portano valore aggiunto, stanno soccombendo incapaci di dare un senso ai margini che richiedono al consumatore finale sul prodotto. Questi intermediari erano la nostra domanda al 100%, oggi stanno sopravvivendo solo quelli più efficienti o, se vogliamo, più bravi a farsi portatori di soluzioni per il consumatore finale, gli altri trasferiscono al produttore le proprie difficoltà finanziarie come una malattia contagiosa.
Riteniamo importante oggi adottare schemi di comunicazione moderni, sito internet multilingue aziendale poggiato su una piattaforma comune (sito Internet del Distretto) che riguardi il distretto nel suo insieme, l’unico modo di attrarre la domanda e gestirla in futuro, ma anche un modo di erogare servizi agli associati. Prerequisito a tutto ciò è sviluppare un’identità digitale dell’impresa, un modo diverso di pensare se stessi e di comunicare con i propri clienti.

Difesa e sviluppo delle competenze chiave
Il fattore chiave di successo del distretto sono sempre state le sue competenze, diffuse nelle mani degli imprenditori agricoli, un mix di abilità tecniche ed esperienza che va protetto, preservato, implementato.
A livello manageriale queste abilità sono le “Best Practices” del nostro mondo, per usare termini a noi più consueti, “il modo migliore di fare le cose”.
Intendiamo sviluppare progetti di salvaguardia di queste BP, studiarle e catalogarle, migliorarle, renderle trasmissibili e impedire che svaniscano insieme a chi le possiede.

Marketing di Distretto
Di questo punto, a ben vedere, fanno parte anche i temi di cui sopra che però non lo esauriscono. Lo riteniamo un punto strategicamente fondamentale perché lavora sul cuore dell’Associazione, sulla sua missione: la valorizzazione del territorio dove lavoriamo e sui suoi prodotti. Ne parlo per ultimo perché vorrei fosse chiaro che vogliamo partire da progetti concreti mentre il concetto di marketing di distretto così com’è, a qualcuno potrebbe risultare più ostico.
Marketing si sposa con comunicare qualcosa e inizialmente abbiamo bisogno di contenuti più che slogan, dobbiamo plasmare l’associazione e renderla coesa su valori importanti appunto come la cultura e le competenze.
Tuttavia la chiave è proprio questa, rendere appetibile e conosciuto il nostro territorio attraverso quello che facciamo, far sì che gli Olivi, e le Mimose, gli Agrumi e le Piante Fiorite siano ciò che ci contraddistingue, il nostro fattore chiave di successo, l’elemento di notorietà principale.
Questo punto va ovviamente “a braccetto” con lo sviluppo del territorio, con la cultura, per questo Scuola Agraria e Comune di Pescia, insieme anche alle altre realtà comunali dell’area sono e saranno fondamentali nel promuovere, supportare e facilitare le cose che vogliamo fare e le nostre attività, vogliamo farci conoscere anche per far sì che norme e regolamenti comunali che ci riguardano siano calzanti e pertinenti, un’opportunità e non un ostacolo.
Le iniziative da proporre potrebbero essere veramente tantissime ma vediamo anche di andare per gradi.

Maurizio Giuntini, coordinatore del Comitato tecnico, “Technicality”
Come espressione da un lato del socio “di cultura” dell’associazione e dall’altro come coordinatore della stessa, ruolo che ho accettato con entusiasmo, non posso che dirmi estremamente soddisfatto del fatto che esista sul territorio una realtà importante rappresentativa di tante aziende del mondo agricolo e vivaistico.
Questa associazione colma un vuoto antico riproponendo il mondo del “fare” tra la Politica, le Istituzioni e il mondo dell’Istruzione, il tutto per cercare di generare un circolo virtuoso con ricadute, si spera, importanti per il territorio.
Da parte mia il contributo sarà di tipo scientifico, tecnico ed organizzativo, in particolare cercherò di lavorare sul legame tra il mondo del “sapere” - scuola, enti ed istituti di ricerca - e le imprese.
Le aziende del territorio sono realtà di piccola dimensione dove il tempo è risorsa critica, dove c’è poco spazio per la ricerca, lo studio, l’innovazione. Crediamo che da questo punto di vista tessere legami con chi di mestiere lavora su ricerca ed innovazione sia basilare, oltretutto in questo modo la ricerca può diventare finalizzata ed evitare le classiche critiche di essere fine a se stessa.
Valorizzare il distretto, fare marketing attivamente, significa lavorare su marchi di prodotto legati al territorio, su sistemi di riproduzione vegetale innovativi, su manifestazioni, ancor prima su disciplinari di produzione, perché solo regole certe e condivise possono garantire un’offerta seria, omogenea con alti standard qualitativi, che poi è quello che oggi chiede il mercato. Altrimenti si rischia di essere risucchiati verso il basso, un tipo di competizione che non ci qualifica e che servirebbe veramente a poco.
Partiremo subito con alcuni appuntamenti scientifici per addetti, in particolare sulle produzioni biologiche e la ricaduta sulle aziende del PAN. La nostra intenzione è di fare di questi appuntamenti degli open day, ossia aprire anche ai non soci questi appuntamenti, per creare occasioni di incontro, di riflessione comune. Non vogliamo essere un circolo o un club, abbiamo bisogno di confrontarci di continuo.

Nuovo inizio per l’Associazione Florovivaisti del Comprensorio di Pescia: quadruplicate le aziende, comitato tecnico con 5 specializzazioni e progetti concreti

L’associazione, presieduta da Luca Cinelli, affronta il nuovo mandato con 30 soci produttori (pari a 80 ettari e 200 addetti) e due soci onorari, il Comune di Pescia e l’Istituto agrario Anzilotti. Il comitato tecnico è articolato in 5 comparti tipici dell’area: olivi, mimose, agrumi, piante ornamentali, vasetteria fiorita. Fra i progetti, formazione manageriale, identità digitale e presenza multilingue sul web, salvaguardia del patrimonio di competenze, marchi e disciplinari di produzione, marketing territoriale (di distretto) e dialogo con le istituzioni sul fronte normativo.
Prime iniziative: incontro con ex dirigente del Servizio fitosanitario regionale (13 aprile) e con un ente certificatore sulla produzione biologica florovivaistica (20 aprile).

Un’aggregazione di produttori che mira a rafforzare l’immagine di Pescia come centro di eccellenza nella produzione di piante. Nata nel 2011 e subito salita alla ribalta con un premio nella categoria delle partecipazioni collettive a Euroflora, l’Associazione Florovivaisti del Comprensorio di Pescia, conclusi i cinque anni del primo mandato, volta pagina e inaugura il nuovo corso mantenendo il suo scopo originario ma con alcuni cambiamenti strategici e con prospettive molto più promettenti.
A cominciare dall’alto numero di aziende florovivaistiche che hanno aderito, passate dalle 8 di allora alle 30 (anzi virtualmente 31) di oggi: 26 di Pescia e 5 di Uzzano (ma lo statuto apre le porte anche oltre i confini della Valdinievole, ai florovivaisti dei comuni lucchesi di Altopascio e Montecarlo), per un totale di circa 80 ettari prevalentemente a coltivazione intensiva, intorno ai 200 addetti e un numero di tipologie coltivate piuttosto elevato. Si va infatti dalle produzioni di olivi (in più di 20 aziende), a quelle di piante ornamentali (17), di agrumi (8), di mimose (5), ma anche di piante fruttifere (6), di vasetteria fiorita (2), e persino di fiore reciso (1), orchidee (1) e abeti (1).
«Una serie di aziende che spaziano dal classico settore olivicolo alle piante fiorite in vaso, al vivaismo ornamentale, alla specializzazione verticale su una singola coltura – sottolinea il presidente Luca Cinelli –, aziende vive e vitali di una generazione imprenditoriale abbastanza giovane e proiettata nel futuro, spesso innovative e soprattutto diverse fra loro, perché la diversità è ricchezza e consente di rispondere meglio al cambiamento». La risposta alla campagna di adesioni «è stata positiva al 99%», ha spiegato Cinelli, e un simile raggruppamento di soggetti «non si era mai visto prima a livello locale». Segno che il settore florovivaistico del comprensorio di Pescia sembra finalmente crederci nell’aggregazione ed è determinato a fare sul serio. Uno slancio e una compattezza che il sindaco Oreste Giurlani ha deciso di incoraggiare confermando il Comune quale socio onorario dell’Associazione Florovivaisti di Pescia, al pari dell’Istituto agrario Dionisio Anzilotti, e ospitando nella propria sala consiliare la conferenza stampa di inizio mandato.
Fra gennaio e marzo 2016 sono state portate a termine alcune modifiche allo statuto e il rinnovo delle cariche sociali, compresa, nell’ultima riunione del 22 marzo scorso, la definizione del nuovo comitato tecnico, che avrà come coordinatore il rappresentante dell’Istituto agrario Anzilotti, prof. Maurizio Giuntini – colui che, fra l’altro, dirige l’azienda agricola dell’istituto – e che sarà articolato seguendo 5 aree di specializzazione produttiva che contraddistinguono il florovivaismo pesciatino: Elena Sonnoli (area olivi), Stefano Rosellini (mimose), Davide Bonciolini (agrumi), Fabio Massei e Marco Canestrelli (ornamentali), Luca Beccucci (vasetteria fiorita). Ne faranno parte inoltre tre rappresentanti del consiglio direttivo dell’Associazione - che ha come vicepresidente Nicola Del Ministro, segretario Gianluca Ammazzini e tesoriere Nicola Giusti - quali Roberto Nannini, Juri Zagni e Riccardo Rosellini. Inoltre ci sarà un rappresentante del Comune di Pescia.
Riguardo alle cinque vocazioni produttive identificate nel comitato tecnico, Nicola Del Ministro spiega innanzi tutto che per “ornamentale” si intendono sostanzialmente «le piante da giardino o di abbellimento pubblico». «Mimose, agrumi e olivi – aggiunge Del Ministro - sono piante che non rientrano al 100% in uno schema classificato di domanda stabile e definito, in più hanno caratterizzazioni di produzione e di lavorazione peculiari. In ogni caso, si può dire che gli agrumi sono una coltura impegnativa che merita una sua categoria perché, semplificando la questione, non rientra nel concetto di giardino, se non parzialmente, in quanto è anche pianta da regalo e da hobbysmo. Insomma, è una cosa a sé, talvolta da giardino, talvolta un regalo, talvolta una pianta esotica da esibire. A Pescia ci si focalizza soprattutto sulla pianta lavorata in modo particolare, con cerchiatura e spallieratura». «La mimosa invece – continua Del Ministro - è legata a festività (festa della donna e S. Valentino) e ha un ciclo di vendita basato sulla fioritura che assorbe la quota rilevante; il residuo è alberatura da giardino. Per noi è rilevante soprattutto il primo aspetto, dunque è poco ornamentale. In più siamo specializzati nell’innesto, nostra caratteristica produttiva. Sugli olivi va precisato, infine, che la quota più rilevante per noi è l’olivo da impianto o da produzione, mentre la porzione ornamentale è una conseguenza ma non l’obiettivo produttivo primario».
Dunque le finalità dei Florovivaisti del Comprensorio di Pescia rimangono le stesse, sancite nello statuto: rimuovere i fattori che ostacolano lo sviluppo delle attività agricole e florovivaistiche in Valdinievole; realizzare iniziative di tutela e valorizzazione del ruolo e dell’immagine del florovivaismo; proporsi come punto di riferimento per le autorità locali nell’esame dei problemi legati alle attività agricole e florovivaistiche. Ma, a differenza del precedente quinquennio, in cui l’attività si era concentrata «su tematiche commerciali», con in particolare «partecipazioni in forma associata ad alcune importanti fiere di settore», come osserva il presidente Cinelli, nei prossimi cinque anni l’attività sarà a 360 gradi e con due parole d’ordine: concretezza e presenza sul territorio.
Sì, perché come spiega Nicola Del Ministro, «molte aziende di medio-piccola dimensione sono state saltate dai grandi cambiamenti degli ultimi anni e non hanno dedicato tempo e risorse sufficienti alla gestione aziendale, a parte la tecnica di coltivazione del prodotto su cui sono fortissime, e invece sono necessarie anche competenze gestionali, come ad esempio la pianificazione finanziaria». Pertanto fra le linee di azione dell’Associazione Florovivaisti di Pescia vi saranno iniziative di formazione manageriale. Inoltre, siccome la domanda sta cambiando per effetto di Internet che spazza via gli intermediari inefficienti, dovranno essere adottati «schemi di comunicazione moderni, con sito web multilingue aziendale poggiato su una piattaforma comune (sito Internet del distretto)» con il prerequisito della definizione, da parte di ciascuna impresa, di una propria identità digitale. Fondamentale sarà anche il marketing territoriale, con la valorizzazione delle aziende florovivaistiche che dovrà andare a braccetto con quella dei luoghi di produzione, in modo da aumentare in parallelo la notorietà di entrambi. Senza dimenticare, appunto, il dialogo con le istituzioni, «per far sì che norme e regolamenti comunali che ci riguardano siano calzanti e pertinenti, un’opportunità e non un ostacolo». Infine, dato che «il fattore chiave di successo del distretto sono sempre state le sue competenze, diffuse nelle mani degli imprenditori agricoli, in un mix di abilità tecniche ed esperienza che va preservato» come un patrimonio, saranno implementati progetti di salvaguardia di tali best practices, le quali verranno catalogate per tramandarle ma anche per migliorarle.
Come sostenuto dal neo coordinatore del comitato tecnico Maurizio Giuntini, a cui spetterà specialmente il compito di cerniera fra mondo scientifico e imprese, sarà molto importante «valorizzare il distretto, fare marketing attivamente, il che significa lavorare su marchi di prodotto legati al territorio, su sistemi di riproduzione vegetale innovativi, su manifestazioni, ma ancor prima su disciplinari di produzione, perché solo regole certe e condivise possono garantire un’offerta seria, omogenea con alti standard qualitativi, che poi è quello che oggi chiede il mercato. Altrimenti si rischia di essere risucchiati verso il basso, in un tipo di competizione che non ci qualifica e che servirebbe veramente a poco».
Giuntini conclude segnalando le prime iniziative messe in calendario dall’Associazione, che sono a carattere scientifico e pensate per addetti ai lavori, ma con la formula dell’open day aperto anche a chi non è socio, per favorire la riflessione comune sul territorio. Mercoledì 13 aprile, nella sala convegni dell’Istituto agrario Anzilotti (in orario ancora da definire), è previsto un incontro con l’ex dirigente del Servizio fitosanitario della Regione Toscana, Riccardo Russu, per analizzare insieme a lui le ricadute del Pan (Piano di azione nazionale) sui prodotti fitosanitari. Mentre mercoledì 20 aprile (in orario non ancora stabilito), nella sala Lucignolo della Fabbrica dell’Ossi, si terrà un incontro con un ente di certificazione sulla produzione biologica in ambito florovivaistico.

CARICHE SOCIALE
Presidente - Luca Cinelli ( Azienda Agricola Cinelli Luca)
Vice Presidente - Nicola Del Ministro (Azienda Agricola Giampiero Del Ministro)
Segretario - Gianluca Ammazzini (Azienda agricola Ammazzini Gianluca)
Tesoriere - Nicola Giusti (Azienda Agricola Giusti Nicola)
Consiglieri: Nannini Roberto (Società Agricola Nannini Vasco& F.lli), Juri Zagni (Juri Vivai), Riccardo Rosellini (Azienda Agricola Rosellini Riccardo), Massimo Ammazzini (Azienda Agricola Ammazzini Massimo)

COMITATO TECNICO
OLIVI – Elena Sonnoli (Vivai Attilio Sonnoli)
MIMOSE – Stefano Rosellini (Azienda Agricola Rosellini Stefano)
AGRUMI – Davide Bonciolini (Azienda Agricola Rosellini Sirio)
ORNAMENTALI –  Massei Fabio (Massei Piante) e Marco Canestrelli
VASETTERIA FIORITA – Luca Becucci (Azienda Agricola Papini Giocondo)
All’interno del comitato tecnico, i RAPPRESENTANTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO SONO: Roberto Nannini, Juri Zagni e Riccardo Rosellini.
RAPPRESENTANTE DELL’ISTITUTO AGRARIO: Maurizio Giuntini
RAPPRESENTANTE DEL COMUNE DI PESCIA.