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I rischi nascosti della sub-irrigazione

I rischi nascosti della sub-irrigazione

Dal laboratorio fitopatologico del CeRSAA di Albenga le osservazioni di danni riconducibili all'uso della tecnologia della sub-irrigazione, che, nonostante gli indubbi vantaggi, presenta alcune problematiche che si manifestano con fenomeni di appassimento e avvizzimento associati ad alterazioni necrotiche della base delle piante.

L’utilizzo di sistemi fuori suolo dotati di distribuzione della soluzione nutritizia mediante sub-irrigazione presenta numerosi vantaggi soprattutto di tipo organizzativo. In particolare la sub-irrigazione permette di limitare l’utilizzo di irrigatori singoli per ciascun contenitore o lastra di coltivazione, potendo pertanto semplificare l’impiantistica del sistema irriguo.
Nonostante questi indubbi vantaggi, che rendono tale sistema di distribuzione dell’acqua e della soluzione nutritizia molto popolare tra i coltivatori, sono stati osservati recentemente dai tecnici del Laboratorio Fitopatologico del CeRSAA di Albenga alcuni casi di danni riconducibili proprio all’uso di tale tecnologia. Recentemente, su una coltivazione di basilico effettuata in vaso di diametro 14 cm, sono stati lamentati danni causati da un’alterazione basale particolarmente grave successivamente alla fase di germinazione e levata della coltura, ovvero dopo circa 30-50 giorni dalla semina.
I danni essenzialmente si manifestavano con fenomeni di appassimento e avvizzimento associati ad alterazioni necrotiche della base delle piante. Su tali piante, a livello basale, veniva isolato con una non elevatissima frequenza un fungo riconosciuto successivamente come l’agente della muffa grigia (Botrytis cinerea). La presenza di tale fungo all’interno della coltura non destava particolare sorpresa nel coltivatore, essendo molto comune soprattutto in fase di pre-commercializzazione. Ciononostante appariva curiosa la presenza di tale fungo a livello basale. Piante alterate rese presso il laboratorio e conservate in una serra in ferro vetro su bancali sopraelevati riscaldati, ma non più irrigati mediante sub-irrigazione, andavano però incontro ad un'immediata remissione dei sintomi. Questa osservazione non confermava, quindi, la prima ipotesi che considerava quale agente parassitario principale Botrytis cinerea.
Vale la pena ricordare, inoltre, che effettuando altre verifiche per determinare la presenza di Botrytis cinerea su piante non più sintomatiche, tale fungo non veniva più rinvenuto, mentre era rinvenuto con elevata frequenza la presenza di Umbelopsis spp. un fungo non indicato come agente parassitario, bensì come agente di alterazione di materiale organico in decomposizione. Al contrario, all’interno della coltivazione nell’azienda, il problema continuava a presentarsi nelle modalità sopradescritte.
A questo punto venivano considerate altre ipotesi tra cui quella della alterazione non parassitaria da ricondurre ad altri fattori. Trattandosi di una coltura effettuata con sistema di irrigazione per sub-irrigazione veniva quindi valutata la presenza di eventuali elevate concentrazioni saline sulla superficie dei contenitori. Le risultanze dell’osservazione confermavano questa ipotesi portando ad evidenziare valori di conducibilità elettrica superiori a 4 mS/cm con un rapporto matrice/acqua 1:1.5.
L’effettuazione di osservazioni in microscopia ottica alla base delle piante, inoltre, permetteva di verificare la presenza di lesioni, ovvero di spaccature, dei tessuti in corrispondenza della superficie del substrato di coltivazione. A livello di tali microlesioni da nuovi campioni raccolti presso l’azienda, ove continuavano a verificarsi fenomeni di appassimento avvizzimento già descritti, si continuava ad osservare con costanza la presenza di Botrytis cinerea. A questo punto, procedendo ad una nuova calibrazione della composizione della soluzione nutritizia, ovvero alla completa eliminazione di sali a base di solfato, si constatava la significativa riduzione del valore di conducibilità elettrica a livello della superficie del substrato e la totale scomparsa dei fenomeni di appassimento e avvizzimento.
Va detto che durante il periodo intercorso tra la prima osservazione del problema e l’individuazione della causa, nell’azienda si constatava la possibilità di favorire la remissione del sintomo mediante applicazione di fungicidi antibotritici finalizzati al contrasto delle infezioni del fungo a livello basale.

FONTE: FLORAVIVA.IT